Alle radici
della Sentina
Alle radici
della Sentina
Le origini del nome "Sentina".
Ripercorrere la storia della Sentina significa fare un viaggio attraverso epoche passate. A partire dal XVI secolo, quando, in un documento conservato all’Archivio di Stato di Ascoli Piceno (datato 10 dicembre 1538), quella che oggi conosciamo come Riserva veniva denominata “Selva Giurata”. Perché questo toponimo? Per denotare l’identità di un luogo boschivo, ricco di zone umide, dove erano consentite attività di caccia, pesca e raccolta del legname solo su apposita licenza (pena “dieci scuti” per i trasgressori). In un bando successivo si ordinava infatti di non arrecare “alcuna molestia alli panterali (stagni) e far danno alcuno alla Pantiera (Sentina)…” e in uno dei capitoli delle regole emanate si legge per la prima volta il toponimo Sentina: “…ne se possa pescar in la sentina da nulla persona senza licentia…” Da qui il territorio assunse il nome di “Sentina”, proprio per esprimere la sua caratteristica peculiare: quella di essere la naturale cassa di espansione del fiume Tronto (principale fiume delle Marche), che sfocia proprio qui.
Dai confini proprietari alla configurazione del borgo.
Nel XVIII secolo, la Sentina divenne parte dei possedimenti dello Stato Pontificio. Possedimenti che, verso la fine del secolo, furono affidati in enfiteusi dal Pontefice ai marchesi della famiglia Laureati. In seguito, la Sentina passò in mano anche ad altri proprietari, tra i quali i marchesi della famiglia Sgariglia, che ne tenne una parte fino all’inizio del 1900. Dal XIX secolo, grazie a opere di bonifica, in Sentina cominciò a prendere forma un piccolo borgo.
Asciugatura del granoturco
L’identità rurale della Sentina.
L’identità rurale
della Sentina.
Acqua ramata ai pomodori
In un territorio che presentava difficoltà di capacità produttiva, si fecero spazio le attività tipiche del mondo agricolo: dalla coltivazione dei campi, all’allevamento di animali da cortile, bovini e ovini; fino ad attività di caccia e pesca. Così, tra l’800 e il ‘900, la Sentina si configurò come una vera e propria comunità contadina, dedita alla vita rurale.
La Sentina
diventa Riserva.
Il 14 dicembre 2004 è la data in cui la Sentina è stata riconosciuta come Riserva Naturale Regionale: la più piccola area protetta marchigiana, ma con una grande valenza ambientale (Deliberazione di Consiglio n. 156). Un paesaggio di acqua e sabbia, che racchiude al suo interno tre differenti tipologie di ambienti: la zona umida, dunale e retrodunale. Oggi, la Riserva è sede del CEA.: il Centro di Educazione Ambientale che nasce per sensibilizzare adulti e bambini alla conoscenza della natura della Sentina e al rispetto della sua biodiversità.
Famiglia Ferri nei campi (anni ’40)
Famiglia Ferri costruisce ceste di vimini