Sentiero
di Ndòndò
Sentiero
di Ndòndò

La maestosa imponenza del pioppo nero

La maestosa imponenza del pioppo nero

Il sentiero di Ndòndò tra due file di ulivi

Ndòndò de Magnacascë
Sulle tracce di Ndòndò de Magnacascë.
Tra due verdi file di ulivi, si apre una stradina che porta ad un antico casolare, ormai in rovina. Sei nella zona più a Sud della Sentina. Qui viveva Ndòndò: un componente della famiglia Cervellini, detta “Magnacascë”. Buffo come soprannome, non trovi? Eppure questo nomignolo dipinge in modo vivido l’identità rurale delle comunità locali che abitavano il territorio della Sentina. Un mondo che affonda le radici nella tradizione, legato ad attività quali l’agricoltura e l’allevamento. Qualche metro più in là, c’è un albero che svetta con orgoglio in tutta la sua maestosa imponenza. Si tratta di un magnifico esemplare di pioppo nero: l’albero più alto di tutta la Riserva naturale Sentina. Lungo il sentiero, vicino al casolare
di Ndòndò, hai la possibilità di ammirare altri esemplari di pioppo nero.
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Scopri la posizione del sentiero, con i suoi
punti di interesse storico e naturalistico.
Lunghezza percorso: 390 m.
Lunghezza percorso: 390 m.

Ingressi principali

Laghetto
Fosso del Cavatone
Altana
Gelso centenario
Torre sul porto
Palazzo
Pioppo secolare
Bat-condominio
Casa di Ndòndò

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Lunghezza percorso: 390 m.
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Ingressi principali

Laghetto
Fosso del Cavatone
Altana
Gelso centenario
Torre sul porto
Palazzo
Pioppo secolare
Bat-condominio
Casa di Ndòndò


Il casolare di Ndòndò e sullo sfondo l’argine marchigiano del fiume Tronto
Il casolare di Ndòndò e sullo sfondo l’argine marchigiano del fiume Tronto
Mappa alla mano, occhi ben aperti e…
scopri il Sentiero di Ndòndò.
Mappa alla mano, occhi ben aperti e…
scopri il Sentiero di Ndòndò.

La vendemmia

Costruzione di un canestro in vimini
La fratellanza non ha confini.
Da dove veniva Ndòndò? Da quello che sappiamo, Ndòndò era venuto ad abitare in Sentina dal vicino Abruzzo. Avendo oltrepassato la sponda del Tronto – linea di confine tra Marche e Abruzzo – ci piace pensare a Ndòndò come ad un simbolo
di coraggio. Il coraggio di chi supera i confini territoriali, e mentali, che spesso ci chiudono nelle nostre posizioni. Il coraggio di chi ha riconciliato due fazioni storicamente contrapposte: lo Stato Pontificio e il Regno dei Borboni. Il coraggio di chi accoglie l’altro in un unico, grande abbraccio di fratellanza. Senza confini.

Raccolta dei cocomeri